Indice
- Che cos’è il modello vSME e perché è nato
- L’arrivo della versione italiana: un passo avanti per le PMI
- Perché il vSME è destinato a diventare uno standard di mercato
- Come le PMI possono iniziare a utilizzarlo
Che cos’è il modello vSME e perché è nato
Il modello vSME è uno strumento sviluppato da EFRAG per facilitare la rendicontazione di sostenibilità delle piccole e medie imprese, offrendo un approccio semplificato e proporzionato rispetto agli standard europei più completi. Non si tratta di un obbligo regolatorio, ma di un framework volontario pensato per sostenere le aziende nel rispondere alle crescenti richieste di dati ESG provenienti da clienti, banche e partner di supply chain.
Il modello nasce per colmare un’esigenza ormai evidente: molte PMI non rientrano direttamente nella rendicontazione obbligatoria, ma si trovano comunque a dover fornire informazioni affidabili e coerenti, soprattutto quando operano in settori regolati o all’interno di filiere internazionali. Il vSME rappresenta quindi una soluzione pragmatica che consente alle imprese di adottare un linguaggio comune e allineato agli standard europei, senza affrontare la complessità degli ESRS completi.
La struttura del modello è pubblicata sul sito ufficiale EFRAG dove sono disponibili anche le linee guida aggiornate e la documentazione tecnica.
L’arrivo della versione italiana: un passo avanti per le PMI
La disponibilità del modello vSME in lingua italiana semplifica l’adozione dello strumento da parte delle imprese che finora avevano incontrato difficoltà nell’utilizzare le versioni in inglese. La traduzione non è solo un intervento linguistico: rappresenta un segnale di attenzione verso un tessuto imprenditoriale — quello italiano — caratterizzato da una forte presenza di PMI e da una crescente richiesta di strumenti pratici per gestire la sostenibilità in modo strutturato.
Secondo quanto riportato da ESGnews, la versione italiana rientra in un progetto di ampliamento che mira a rendere il modello accessibile in più Paesi europei, con l’obiettivo di favorire un utilizzo più omogeneo e diffuso. La traduzione supporta anche l’attività di consulenti, associazioni di categoria e enti formativi, che ora possono lavorare su uno strumento completamente localizzato e più semplice da introdurre nei processi aziendali.
Perché il vSME è destinato a diventare uno standard di mercato
Il modello vSME sta rapidamente conquistando spazio perché risponde a una necessità concreta: disporre di un framework che permetta alle PMI di comunicare in modo chiaro e credibile le proprie informazioni ESG, senza affrontare la complessità degli standard per le grandi imprese. Questo approccio proporzionato è particolarmente rilevante in un mercato in cui la richiesta di dati aumenta anche in assenza di obblighi normativi, guidata soprattutto dalle supply chain e dagli istituti finanziari che devono integrare la sostenibilità nei propri processi decisionali.
Uno dei punti di forza del vSME è l’allineamento concettuale agli ESRS, pur mantenendone solo gli elementi essenziali. Questo consente alle PMI di essere coerenti con le aspettative europee, senza dover sostenere un carico eccessivo di raccolta dati e documentazione. Il modello facilita inoltre la comparabilità delle informazioni, migliorando il dialogo tra imprese, clienti e stakeholder finanziari.
Grazie alla sua struttura snella, il vSME permette alle aziende di iniziare un percorso di maturazione ESG progressivo, aggiungendo livelli di complessità solo se realmente necessari. Per molte PMI rappresenta il primo vero strumento operativo per organizzare dati, riflettere sui propri rischi e strutturare una comunicazione trasparente verso il mercato.
Come le PMI possono iniziare a utilizzarlo
L’adozione del modello vSME non richiede competenze avanzate né investimenti significativi, ma un approccio consapevole e strutturato. Il primo passo consiste nel familiarizzare con le sezioni del modello e nel comprendere quali informazioni l’azienda è già in grado di raccogliere in modo affidabile. Molte imprese scoprono di poter compilare buona parte del framework utilizzando dati già presenti nei processi amministrativi, negli audit interni o nei documenti di gestione qualità e sicurezza.
Un altro elemento importante è il coinvolgimento delle funzioni aziendali: la sostenibilità non può essere gestita come un tema isolato, ma necessita del contributo di chi si occupa di amministrazione, risorse umane, sicurezza, acquisti e operations. In numerosi casi, la prima compilazione del modello porta alla luce informazioni mancanti o processi non formalizzati, aprendo la strada a miglioramenti organizzativi che vanno oltre la rendicontazione.
Per supportare l’adozione, molte associazioni di categoria e diversi enti territoriali stanno iniziando a proporre corsi introduttivi, workshop e servizi di accompagnamento. Anche in questo caso, la disponibilità della versione italiana facilita l’accessibilità del modello e permette alle PMI di muovere i primi passi in autonomia. ESA è a disposizione di chiunque voglia approfondire l’argomento.





